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Mezzano

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31 Dicembre. Veglia di capodanno. Annullata la mattinata sugli sci a Fai della Paganella, non per assenza di neve, quanto per la notte insonne passata dal mio compagno di sciate per un’ostentata assenza di sonno della figlia poppante, mia moglie ed io, con il piccolo Sigfrido, decidiamo di dedicarci alla scoperta dei borghi trentini.

Partendo da Levico Terme, prendiamo la SS47 direzione Feltre, verso l’alta Val Sugana, per raggiungere la Valle di Primiero, direzione Passo Rolle/San Martino di Castrozza, verso uno dei comuni più belli di Italia, Mezzano.

Da Levico Terme il paese dista circa un’ora di viaggio. La mattina è gelida, la Val Sugana è gelata nei punti non raggiunti dai raggi del sole. Prendiamo la deviazione per la SR50-Bis, per imboccare, pochi chilometri dopo, l’uscita per la SS50, direzione Passo Rolle. La strada inizia ad inoltrarsi in una gola, trasformandosi in una classica strada di montagna, incuneata tra scoscese pareti di roccia. Seguiamo l’alveo del torrente Cismon. Superato il torrente tramite un ponte a sbalzo sull’abisso, saliamo fino a giungere la diga nei pressi di Monte Croce. L’acqua del lago artificiale riflette le montagne che lo circondano, in una romantica fusione.

Superato il laghetto, entriamo nella valle di Primiero, congelata, per il sole non ancora giunto. Davanti a noi si stagliano le Pale di San Martino, in tutta la loro imponenza. Il borgo di Mezzano e il primo paese che incontriamo.

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Il borgo è un agglomerato di case nel classico stile montano primierotta. Si sono conservate le strutture in pietra con inserti in legno, antiche stalle e fienili riadattati e ristrutturati. Vagando tra i vicoli si percepisce l’aria dell’attività contadina del passato, e non ancora estinta.

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Dopo una passeggiata fino ad una collina fuori paese, con la vista della valle da un lato, e delle Dolomiti dall’altro, ci dirigiamo verso il centro in cerca di cibo. Troviamo quello che sembra essere l’unico ristorante aperto, “La Lontra”, dove ci scaldiamo con il vinello della casa, ed i sostanziosi piatti tipici della regione, con polente, salame, spezzatino e sughi di selvaggina.

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Post pranzo ritorniamo verso Levico, lasciandoci alle spalle le monumentali Dolomiti. Tagliamo per la SP40, salendo verso Lamon per raggiungere il passo della Baja, seguendo una strada incuneata in una stretta gola, il cui fondovalle è perennemente ghiacciato, probabilmente non vedendo il sole per tutto l’inverno. Passiamo isolati gruppi di case, tra cui la frazione di Roa, che svetta sulla cima di un colle. Raggiungiamo così Castel Tesino, dopo aver costeggiato il parco della cascatella, la cui cascata e lago ghiacciati sono meta di visitatori. Dal paese di origine di Alcide De Gasperi, scendiamo fino a ricongiungerci alla SS47, tornando sui nostri passi verso Levico.

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