Ricorriamo nuovamente ai mezzi di trasporto tedeschi lasciando gli spettacolari laghi della Foresta Nera, per dirigerci verso Villingen, venendo rimbalzati però per il pernottamento (Agosto è alta stagione). Affrontiamo quindi impervie colline per giungere a Sankt Georgen, dove ci attende la gentile Marianne.
Dal Titise a Sankt Georgen, la mappa
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Lasciamo il Titisee, sotto la tempesta
La notte in tenda viene funestata dalla tempesta.
Dormire sotto l’acquazzone in mezzo agli alberi, con solo un sottile strato impermeabile a protezione, è sicuramente affascinante, ma per certi versi inquietante. Tuoni, il rumore dei rivoli d’acqua che scendono dalla collina, la costante paura di venire sorpresi da un allagamento, un albero che cade, un lampo. Non proprio rilassante. E questo è niente rispetto alle notti passate in tenda nello Zeeland.
Fortunatamente, la mattina, il temporale ci concede una tregua mentre smontiamo la tenda, sorprendendoci però in bici, mentre ci dirigiamo verso il centro abitato di Titisee.
Con l’incognita del tempo, e della difficoltà delle strade di montagna intorno alla regione dei laghi (troppo impegnative per il nostro scarso allenamento), ci affidiamo nuovamente ai mezzi di trasporto pubblici, prendendo il treno con destinazione Villingen, cittadina medievale, porta est della Foresta Nera.
Dalla stazione di Titisee, non sono molto frequenti i treni che vanno in quella direzione, affrontiamo quindi i 5 km che ci separano da Neustadt, la cui stazione è più trafficata. Il treno per Villingen però, pur avendo lo spazio per le biciclette, non ha una salita agevole (due alti gradini), per cui fatichiamo (usando coloriti intercalari) per issare le biciclette sul mezzo.
In treno possiamo contemplare con calma il paesaggio silvestre. Attraversiamo anche il paese di Donaueschingen, noto per essere la fonte del Danubio, che sfocerà migliaia di chilometri più ad Est, nel Mar Nero. In circa 40 min. arriviamo alla stazione di Villingen.
Villingen e il grande rifiuto...
Villingen, gemellata con l’industrializzata e di meno interesse Schwenningen, si presenta come un carino borgo cinto da mura, con quattro porte ai relativi punti cardinali. Ci colpiscono anche due vecchiette, che appena si incrociano sulla strada, cominciano a colloquiare in stretto accento calabrese.
Decidiamo di passare qui la notte, ma essendo alta stagione, pare che tutte gli alberghi siano al completo (tranne quelli troppo cari). Siamo solo metà giornata, abbiamo tutto il tempo di trovare un’altra meta per la notte. Dalla mappa scegliamo Sankt Georgen, a circa 15 km di distanza.
In cima alla collina in fronte a noi, si staglia la chiesa di Sankt Georgen.
Sankt Georgen, Marianne e Frankfurt
Con l’ufficio turistico chiuso, la ricerca dell’alloggio si risolve chiedendo informazioni ai pochi passanti. Veniamo indirizzati da una dolce vecchietta, con il ginocchio kaput, che gestisce una piccola ed accogliente gästhaus. Il primo letto dopo 4 notti di tenda.
L’ospitalità di Marianne, la comodità del letto e la fatica, e spavento, provati nella tappa odierna, ci fa decidere di trattenerci per due notti in questa piacevole casetta.
Vicino alla gästhaus di Marianne, mangiamo alla Gasthaus Zur Stadt Frankfurt , forse il miglior locale dove abbiamo mangiato nella Foresta Nera. Assaggiamo i piatti tradizionali della regione, una sorta di stinco bollito, ed una zuppa di carne, che ci rifocillano a pieno, dopo la dura giornata trascorsa.