Cascate di Triberg

Foresta Nera in Bici, Settima Tappa: Triberg e valle del Gutach

Le cascate più alte di Germania, orologi a cucù e cascine tipiche

La tappa odierna attraversa alcuni dei luoghi più famosi della Foresta Nera. Le cascate di Triberg, le più alte di Germania, sede dell’orologio a cucù più grande del mondo, e Gutach, con il suo museo a cielo aperto composto da cascine tipiche della regione.

  
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Cronaca di Tappa

Dopo la giornata di riposo a Villingen, siamo pronti a lasciare la cara Marianne per inoltrarci nuovamente nella Foresta Nera. Siamo vicini ad una delle attrazioni principali della regione, Triberg, con le sue cascate, e gli orologi a cucù.

La strada da Sankt Georgen fino a Triberg si alterna tra la strada carrabile E531, e percorsi meno battuti che attraversano piccoli paesi. Attraversiamo così aree agricole e bucoliche, scendendo dai 900 mt di Sankt Georgen, fino ai 700 mt. di Triberg. Ci immettiamo così nella valle del Gutach, i fiume che dà vita alle cascate più alte della Germania. Per raggiungere Triberg, e le sue cascate, dobbiamo affrontare una nuova salita, non lunga, ma abbastanza ripida.

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La visita alle cascate è ben organizzata e molto suggestiva. Lasciamo le biciclette all’ingresso del percorso pedonale (orari e prezzi aggiornati sul sito). Le cascate non sono composte in un unico balzo, ma ci sono diversi salti che, nel complesso, formano le cascate più alte di Germania con un dislivello di 163mt. Passerelle superano le sponde del fiume in diversi punti, permettendo di poter avere una vista completa delle cataratte. Il bosco tutto intorno inoltre, rende l’atmosfera decisamente bucolica, e la visita molto rilassante.

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Triberg è inoltre conosciuta per essere la capitale degli orologi a cucù. Non a caso, il più grande al mondo ha sede proprio qui. La coreografia e gli ingranaggi, sono osservabili tranquillamente dalla strada principale. Difatti, più che un orologio a cucù, è una casa a cucù.

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Lasciata Triberg, riprendiamo la discesa nella valle del Gutach. In alcuni punti dobbiamo percorrere lo stradone principale, in teoria precluso ai ciclisti. Il percorso cicloturistico ci avrebbe portato troppo fuori strada, ad affrontare nuove salite in mezzo ai monti.

Per cui dobbiamo attraversare qualche breve galleria, ma il più della strada incrocia paesini semi deserti, o segherie con enormi cataste di legna.

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Scendendo di quota la valle del Gutach si allarga arrivando al paese omonimo di Gutach, sede del Freilichtmuseum Vogtsbauernhof, il museo a cielo aperto di Gutach. Il museo si sviluppa intorno alla cascina Vogtsbauernhof, una costruzione del 1612 che rappresenta la tipica dimora agricola della valle e della regione boscosa.  Più di recente, intorno agli anni novanta, sono state “spostate” e rimontate cascine della zona circostante, ricreando un villaggio del periodo riformista. Nonostante le suggestive costruzioni, il luogo non nasconde la sua inautenticità, ricordando in parte alcune ricostruzioni da villaggio divertimenti. Tutte le info sul sito

Più interessante forse la sommerrodelbahn , un sorta di montagna russa che scende dai boschi (ma che non siamo riusciti a provare).

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La valle del Gutach termina incrociando la valle del Kinzig. Dove confluiscono i due fiumi, il Kinzig ed il Wolf, si sviluppa il paese di Wolfach.

Fondato intorno al 1080, Wolfach si estende sulla confluenza dei due fiumi, rendendo suggestive le sue case che si affacciano sul corso d’acqua. Troviamo un comodo alberghetto per la notte, che ci permette di passeggiare con tranquillità per il piccolo centro cittadino, pasteggiando con lo sguardo perso sul lento scorrere dell’acqua.

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