foresta di paimpont trekking

La Foresta di Paimpont – percorso trekking intorno l’Étang Paimpont

Il percorso trekking con vista sull’Abbaye Notre Dame de Paimpont

Percorso circolare di 4 km che costeggia tutta la circonferenza dell’Étang Paimpont, regalando bellissimi scorci dell’Abbazia di Notre Dame de Paimpont, il cui riflesso sull’acqua, si fonde con quello di migliaia di alberi della foresta.

Dettagli Percorso

Lunghezza3.9 km
Tempo percorrenza1 h
Altezza partenza150 m
Altezza max163 m
Max dislivello13 m
solo il primo tratto
Difficoltà
Fango

Siamo a Broceliande, siamo permeati dalle leggende di Re Artù.

La foresta di Paimpont è tra i luoghi che, più di altri, è riconosciuto quale scenario delle storie narrate nel ciclo bertone, come Yvain, il cavaliere leone… nel folto dei propri alberi si cela la tomba di Merlino, il rifugio di Morgana e la fontana dell’eterna giovinezza (mai trovata).

Anche ad essere impermeabili a tali leggende (non è il mio caso), passeggiare su sentieri all’ombra di alberi secolari, pervade, in ogni caso, di un senso mistico e di pace (almeno fino a quando non ci impantaniamo nel fango con il passeggino)

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Dall’Abbazia della Nostra Signora di Paimpont monument historique de france partono la maggior parte dei percorsi di esplorazione della zona, tra cui il sentiero pedonale che costeggia, in tutta la sua circonferenza, il laghetto sul quale si affaccia il paese. La lunghezza è di 4 km, giusto quello che serve prima di metterci a tavola.

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La prima sezione del percorso è facilmente percorribile con un passeggino, e segue la sponda del lago di Paimpont, regalando splendide viste dell’abbazia che si specchia sull’acqua, e della vastità degli alberi che dominano l’orizzonte. Si ha l’impressione di essere circondati da un immenso ed impenetrabile bosco (mi viene in mente la scena in cui Bilbo ne lo Hobbit osserva sconsolato l’infinito Bosco Atro dalla cima di un albero).

Arrivati ad un primo bivio, un cartello indica che da quel punto in poi è sconsigliato procedere con i passeggini. Noi non ci badiamo più di tanto.

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Il tragitto abbandona la costa del lago, per addentrarsi di poco all’interno della foresta. Il sentiero è ora pervaso di passerelle che servono per superare ampi settori infangati (nel fitto della foresta non arriva molto sole ad asciugare il terreno) che si tramutano poi in ostacoli sempre più degni di un percorso vitae. Tronchi d’alberi da scavalcare, sostegni in legno su cui saltellare (da uno all’altro) per superare vasche di fango. Tutto molto divertente, se non fosse per il passeggino e per Valery che finisce inavvertitamente nella melma fino alla caviglia (da qui colpevolizzandomi per il sentiero scelto). AVEVO ANCHE SCARPE DA TENNIS BIANCHE!

La scelta più sensata è chiudere il passeggino e proseguire con Siggy in braccio (  noi italiani non usiamo mai abbastanza fasce, marsupi e zaini), tanto ormai costa meno andare avanti che tornare sui propri passi. Il mio senso dello spazio mi dà ragione, e poco dopo il sentiero torna ad essere nuovamente percorribile con  il passeggino, diminuendo la quantità di ostacoli da attraversare.

Ci ricongiungiamo, sollevati, alla costa, di nuovo con l’Abbazia ad osservarci.

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Dopo meno di un’ora, usciamo dal fitto degli alberi, sbucando sulla strada percorsa in macchina, all’entrata del paese di Paimpont.

Il fango ci ha affamato, per cui pranziamo con una ricca grigliata di carne alla Terrasse de l’Abbaye, sorseggiando una scura Lancilot, per rimanere in tema alle leggende Arturiane. Scopriamo inoltre il Cafè Gourmand, una gradita usanza di portare il caffè con due/tre assaggi di dolci della casa. Tres Bon.

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