Siamo nel Finistere, regione in cui sono presenti alcuni dei luoghi più evocativi di tutta la Bretagna, come la Pointe du Raz, la baia dei trapassati e l’Ile de Sein. La nostra base di appoggio per scoprire questi luoghi è Quimper che è anche il capoluogo dellaregione. Il centro della cittadina ha una forte impronta medievale, raccontata dai vicoli, dalle numerose case a graticcio, e dalla cattedrale, imponente, le cui torri campanarie gotiche modellano il profilo cittadino.
La fondazione di un primo centro abitato nella zona di Quimper risale al periodo delle guerre di Casare, durante le quali venne eretto un agglomerato gallo-romanico, dove adesso sorge il quartiere di Locmaria.
La storia della fondazione della città però non è certa: spesso la realtà si fonde con la leggenda e la nebbia, già spessa, si infittisce.

I primi riferimenti alla città si hanno nell’XI secolo, quando si trovano richiami alla cittadina di Kemper. Kemper è infatti il nome bretone di Quimper, che significa confluenza, ed origina da una delle caratteristiche della città, ossia quella di sorgere dove si incontrano due fiumi, l’Odet e Le Steir. Già dal 880 d.C., tuttavia, si trovano informazioni su San Corentino, primo vescovo di Quimper e di Cornovaglia. Secondo la tradizione, il re di Cornovaglia Gradlon, sfuggito alla rovina della città di Ys, donò il proprio castello al santo, affinché potesse stabilirvi il primo palazzo episcopale. Siamo nel V secolo d.c.. Gli storici tuttavia, datano la fondazione della diocesi di Quimper intorno al IX secolo d.c., a seguito della conquista carolingia dell’Armorica.
Il mistero sulla nascita di Quimper, dunque, rimane irrisolto.
Certo è che Quimper, una volta fondata, crebbe fino a divenire la capitale del regno di Cornovaglia e venne poi annessa al Ducato di Bretagna nell’XI secolo d.c..
Nel 1239 iniziarono i lavori per la costruzione della cattedrale di San Corentino, l’edifico gotico più antico di Bretagna. L’opera subì numerosi rallentamenti, a causa dei periodi bui che attraversò la città, il primo dei quali fu la Guerra di successione Bretone (1341-1364).

Durante il conflitto, il vescovo di Quimper appoggiò inizialmente la fazione di Charles de Blois, salvo poi cambiare schieramento a favore di Jean de Montfort una volta che questi assediò la città. Il cambio di bandiera causò l’assedio ed il saccheggio della città da parte di De Blois ed il conseguente massacro della popolazione (si stima che le vittime civili furono da 1400 a 2000). I prigionieri vennero inviati a Parigi e giustiziati per tradimento. L’episodio viene ricordato come il massacro di Quimper. Siamo nel 1344. La portata dell’evento fu tale che rimase vivo nella memoria dei Montfort per oltre vent’anni, tanto da venir ricordato dai soldati di Montfort ai propri nemici, durante l’ultima battaglia della guerra, svoltasi ad Auray.
Terminata la guerra, scoppiò la Peste Nera, che falcidiò una già provata popolazione.
Nei secoli successivi, Quimper seguì le sorti del Ducato di Bretagna fino all’annessione al Regno di Francia nel 1532. Grazie al fascino medievale della città, Quimper è oggi uno tra i centri più visitati della Bretagna.
Quimper: la città
Arriviamo in città nel tardo pomeriggio, dopo aver vagato in macchina nel Finistere ed aver visitato la scenografica Pointe de Tervignon e la pittorica Pont-Aven. Ad attenderci a Quimper c’è Danielle.
La casa di Danielle, affittata tramite Airbnb, si trova in Rue Vis, in prossimità della confluenza dei due fiumi Steir e Odet. La via è tranquilla ed in pochi minuti si giunge nel centro storico. La casa, nostra prima esperienza con Airbnb, è fantastica. Cucina, salotto e camera da letto, sono un’esplosione di colori e trasbordano di soprammobili. Tanti dettagli rendono l’alloggio decisamente più personale rispetto ad un’anonima stanza d’albergo. Inoltre la cucina ci permette di far mangiare a Siggy della pasta corta (finalmente), praticamente introvabile nei ristoranti Bretoni e dei pomodorini (finisce così il periodo di nuggets e patatine fritte per il pupo). L’unica preoccupazione è la scala che dal salotto porta alla zona notte, costantemente presa di mira da Siggy (i soprammobili fragili vengono spostati nei ripiani più alti degli scaffali).
Dalle finestre, o meglio dagli abbaini della casa, fanno bella mostra di sé il campanile della Eglise saint-Mathieu, e, in lontananza, le imponenti torri della cattedrale di San Corentino.
Percorrendo la Rue de Chapeau Rouge, e, soprattutto, la Rue Kéréon, si ha una impressionante vista della cattedrale che si erge sopra le numerose case a graticcio che costeggiano la via. Rue Saint-François, che si immette in Rue Kéréon, arriva alla piazza del mercato del pesce, una grande struttura coperta, che ospita al proprio interno creperie e pasticcerie.
Si arriva così in Place Saint-Corentin, la piazza della cattedrale di Quimper costruita a partire dal 1239, ma che non fu completata prima del XV sec. (per le guglie bisognerà invece attendere fino al XIX sec.)
Purtroppo, in entrambe le occasioni in cui passiamo davanti alla Cattedrale (nel tardo pomeriggio), la troviamo chiusa. Non ci resta che osservarla dall’antistante piazza; la luce tenue del tramonto che si staglia sulle torri gotiche è un’immagine davvero spettacolare.

La parte di cattedrale che dà sull’Odet, ospita il museo dipartimentale bretone (museo delle belle arti). In quest’area si ergono le vecchie mura di Quimper.
All’interno di un cortile, tra le mura e l’edificio gotico, ci imbattiamo in una piccola sagra con mercatini alternativi, birra artigianale e giochi della tradizione bretone. Sorseggiando una birra, compriamo a Siggy un paio di pantaloni in stile circense itinerante (un po’ hippie anni ’70).
Ritornando verso la piazza della cattedrale, costeggiamo il lungofiume. I ponti che scavalcano l’Odet sono carichi di fiori colorati. in realtà l’attributo floreale è tipico di tutte le città bretoni. Spesso, all’ingresso delle cittadine, è indicato il livello di Ville-Floreale dell’abitato e i comuni partecipano a competizioni per decretare quale sia il paese con la flora più suggestiva e meglio tenuta.
Dalla cattedrale di San Corentino si snodano svariate vie che si addentrano nei quartieri medievali. Le strade serali sono ricche di bar e ristoranti affollati, e di musicisti di strada che intrattengono gli avventori dei locali (e fanno ballare anche Siggy).
A Nord della cattedrale proseguiamo per la Rue Elie Frenon, fino a giungere a la Place de la Tourbie, dalla quale si scorgono i quartieri residenziali nei dintorni della città. L’impressione è quella di una località molto quieta e vivibile, circondata dal verde.
Ripercorriamo le vie del centro per tornare al nostro appartamento. La cattedrale, illuminata, è un gioiello nella sera, le vie medievali, un’immagine del passato.