Pizzo-Formico - Featured-Pizzo-Formico.jpg

Pizzo Formico e Rifugio Parafulmine

Il Pizzo Formico è il principale monte della catena che sovrasta la media Val Seriana, chiudendo a Sud l’altopiano di Clusone. La catena, conosciuta con il nome di Conca del Farno, separa la val Seriana dalla Val Gandino. Popolata sin dalla preistoria, la conca ha acquisito un’elevata importanza durante il XVI sec. in quanto via utilizzata da pastori e mercanti per commerci con Clusone e i paesi della zona (la strada di fondovalle era ritenuta poco sicura). Durante la Seconda Guerra Mondiale, la conca fu inoltre teatro di scontri partigiani, ricordati dal piccolo museo posto al rifugio Malga Lunga.

A dominare la conca di Farno, il rifugio Parafülmen, aperto tutto l’anno anche per pernottamenti (è presente una stanza con 16 posti letto). Questi è la nostra meta odierna, a seguito del raggiungimento dei 1630 mt. del Pizzo Formico.

Pizzo Formico, la mappa

Informazioni

Altitudine:1636 mt.
Dislivello:776 mt.
Tempo (salita/discesa):4 h

Da Gandino, l'inizio della salita

Infilati gli scarponi, partiamo alla conquista del monte. Sono in compagnia di Max, con cui già conquistai il Pizzo Zerna e Gab, padre di un compagno d’asilo di Siggy.

Superato un ghiaione, il sentiero sale ripidamente in una tortuosa traccia circondata da un fitto bosco. Dopo una buona mezz’ora, si giunge alla Croce dei Pastori, e al Bivacco  Dante Baroncelli, una piccola capanna dove è presente l’unica fontana del percorso

L’ascesa verso il Pizzo Formico inizia dalla frazione Barzizza, comune di Gandino. Da Bergamo, è molto semplice raggiungere l’abitato, percorrendo la strada provinciale della Val Seriana fino all’uscita di Leffe (non aspettatevi fabbriche di birra) . Una volta giunti a Gandino, si segue la segnaletica per il Monte Farno. Poco dopo l’inizio della salita in macchina, si arriva ad un tornante da cui si apre un piccolo spiazzo sterrato, dove si può parcheggiare (gratuitamente).

Verso il Pizzo Formico

Gli alberi cominciano a diradarsi, e la pendenza diminuisce. Il sentiero si apre sulla piana, la Conca del Farno, ancora in parte ammantata dell’ultima neve invernale. Dopo aver visto un gruppo di montoni correre velocemente giù da un pendio, seguiamo il percorso verso la Guazza Bassa. Da qui, il tratto che segue fino alla Baita Cordei è forse il più impegnativo, non tanto per la difficoltà tecnica ( è quasi pianeggiante) se non per il fondo ghiacciato che rende alquanto sfidante mantenere l’equilibrio. Rischiando più volte di capitombolare nella neve alta fino alla caviglia, giungiamo alla baita, che incrocia la strada sterrata diretta al Monte Farno. La conca è molto ampia, e dal punto in cui siamo, si snoda la pista di fondo Montagnina, aperta durante l’inverno (nelle ormai rare occasioni di neve).

Proseguiamo verso il Pizzo Formico, la cui croce svetta sopra le nostre teste. Dalla baita, un ripido sentiero, con alcuni punti ghiacciati ma senza mai essere esposti, sale fino al crocione. Finalmente in cima al Pizzo Formico, si ha una bellissima vista della Conca del Farno, e della catena delle Alpi Orobiche. Un totem indica tutti i picchi visibili a 180°. L’Alben, l’Arera, la Presolana.

Respiriamo a pieni polmoni il profumo della conquista (e del panino con il prosciutto che ci concediamo) e scendiamo per la via dalla quale siamo venuti, diretti al rifugio Parafulmine, ben visibile sulla cresta opposta della conca.

Il Rifugio Parafulmine

Scesi alla Baita Montagnina, nell’alveo della conca, percorriamo il tratto di pista da fondo sul versante della vallata che ancora regala la neve invernale. Giunti alla Pozza Morti della Montagnina, si devia per un breve tratto in salita che segue la cresta della conca, da cui, poco distante, si erge il rifugio parafulmine.

Il rifugio è piccolo e grazioso, e aperto tutto l’anno. è presente una stanza con 16 letti, disponibile su prenotazione. Una strada congelata serve da collegamento jeep con il Monte Farno, e permette di raggiungere il rifugio anche a chi non è attrezzato da montagna. Una brocca di vino rosso della casa, ed un abbondante piatto di pasta con speck e funghi ci ricarica della fatica compiuta

Ci godiamo un caffè all’aperto, circondati dalle Orobie.

Per ritornare nella conca, scendiamo da un sentiero innevato e scivoloso, ricongiungendoci alla strada carrabile (una lastra di ghiaccio) e alla Baita Cordei, da dove riprendiamo la strada d’andata, diretti verso la macchina.

La primavera sta arrivando, lo segnalano i primi germogli che spuntano dai rami, e le prime primule e violette che ci accompagnano nella discesa nel bosco.

L’ascesa al Pizzo Formico è sicuramente un ottimo percorso per chi ama la montagna e per chi vuole riprendere l’allenamento. Ma, seppur non difficile, sia la Conca del Farno, che le panoramiche Orobie, sono uno spettacolo mozzafiato.

Commenta