L ’ultimo giorno in Bretagna lo dedichiamo alla visita della cittadina di Saint-Malo, il più grande porto bretone sulla Manica, nonché luogo che vanta il maggior afflusso turistico di tutta la regione atlantica.
Proprio per l’elevato numero di turisti che invadono le strade della città, specialmente nella stagione estiva, raggiungere Saint-Malo in macchina può essere molto complicato. Seguiamo quindi il consiglio della nostra padrona di casa. Arrivare in macchina fino a Dinard, elegante località di villeggiatura sulla sponda del Rence opposta a Saint-Malo, e da lì, raggiungere la città in traghetto.
Parcheggiamo comodamente l’automobile nelle strade cittadine di Dinard e raggiungiamo il molo di partenza dei traghetti per Saint-Malo, posto sul lungomare cittadino (da prestare attenzione all’attracco di arrivo e di partenza a Dinard, che varia a seconda della marea).
La traversata dura 10 minuti, e ringraziamo in cuor nostro la padrona di casa per il consiglio dato. Arrivando dal mare, si ha una bellissima immagine di Saint-Malo e della sua imponenza, con le alte mura che si ergono dalle acque, e i tetti delle case e dei campanili che si innalzano dietro di esse. Un baluardo in mezzo alla marea.
Il mare è sempre stato alleato, e fonte di ricchezza per Saint-Malo. E le maree, ottimi sistemi di difesa. La variazione del livello delle maree a Saint-Malo raggiunge i 14 metri (più della nota Mont-Saint-Michel). Ciò vuol dire che luoghi come il Fort National o la tomba di Chateaubriand sono raggiungibili solo con la bassa marea, e che bisogna prestare estrema attenzione alle segnalazioni, per evitare di essere colti di sorpresa dalla marea.
Saint-Malo, la mappa
Saint-Malo, la storia
Saint-Malo porta il nome del monaco gallese, Mac Low, che nel 541 giunse sulla costa bretone e fondò la città che prese il suo nome. Fino ad allora, la zona era controllata dalla vicina Aleth, oggi sobborgo della stessa Saint-Malo. Il definitivo declino di Aleth si ebbe con lo spostamento della sede episcopale proprio a Saint-Malo.
La prosperità di Saint-Malo crebbe nel medioevo, grazie alla posizione strategica del porto, esplodendo con la scoperta delle Americhe e con i commerci transatlantici. La forza dei mercanti e degli armatori era così grande che portò Saint-Malo a dichiarare l’indipendenza da un debole regno di Francia, diventando così la Repubblica di Saint-Malo (“ne bretoni, ne francesi ma Malouin”). Era il 1590. La repubblica non durò molto, terminò nel 1594 con il ritorno della città sotto il Regno di Francia, che dovette però garantire le franchigie e la libertà di commercio acquisite dalla città durante l’indipendenza. Saint-Malo continuò la propria ascesa, divenendo autosufficiente, e, soprattutto, padrona della Manica
Gli armatori continuarono a prosperare, e la fama della città si estese nel Mondo grazie a cittadini come Cartier, scopritore del Canada, e per i molti, intrepidi corsari.
Il mito dei corsari è fortemente sentito a Saint-Malo. Non sono rare le scritte che associano Saint-Malo a “la città dei corsari” e negozi pieni di souvenir in ricordo al glorioso passato della guerra di corsa (prevalentemente contro le navi inglesi).
La Rivoluzione Francese insanguinò le spiagge cittadine, con l’esecuzione di 60 controrivoluzionari della Vandea, dei quali il più anziano aveva 19 anni.
La vocazione turistica di Saint-Malo si sviluppò molto precocemente. Già nel 1830 aprirono i primi stabilimenti balneari, mentre nel 1838 venne eretta, sulla Grand-Bé, la tomba del politico e letterario Chateaubriand, personaggio simbolo del romanticismo francese, che propiziò un turismo di carattere culturale (un dettaglio il fatto che Chateaubriand sarebbe morto solo nel 1848)
L'arrivo nella città dei corsari
Il molo di attracco del traghetto da Dinard è proprio sotto le mura cittadine, nei pressi della porta di Dinan. Varcando l’ingresso ci si ritrova avvolti dalla maestosità dell’opera cittadina. Le imponenti mura racchiudono al loro interno gli alti palazzi, dei quali i primi tre piani rimangono sotto il livello dei bastioni, condannando la luce del giorno a compiere grossi sforzi per illuminare le strade.
Percorriamo la Rue de Dinan, in cui abbondano negozi di souvenir che richiamo le gesta piratesche della città. Pupazzi di corsari dalle facce truci, bandiere di Jolly Roger, spade e pistole giocattolo; sembra di essere a Tortuga più che nella Francia continentale (oltre ad essere tutto molto artefatto). Fortunatamente è ancora abbastanza presto, per cui l’afflusso dei turisti è limitato. Dopo una visita alla cattedrale di Saint-Vincent de Saint-Malo, raggiungiamo nuovamente le mura, per uscire dalla porta di Saint-Pierre verso la spiaggia di Bon-Secoure.
Grand-Bé e la tomba di Chateaubriand
Numerose sono le isole presenti sulla costa di Saint-Malo, le quali, con la bassa marea, diventano raggiungibili a piedi dalla città. Una di queste è la Grand-Bé il cui collegamento alla città, nel momento in cui usciamo dalle mura, è sgombro dall’acqua. La nostra conoscenza sul moto delle maree è molto approssimativo (mi viene in mente la battuta di Kenneth Branagh in Dunkirk “è una fortuna che io sia in marina e lei nell’esercito” all’ufficiale che gli confessava di credere che le maree cambiassero ogni 12 ore), per cui guardiamo incuriositi i cartelli che informano del limite massimo cui deve essere il livello dell’acqua per raggiungere l’isola in sicurezza, senza correre il rischio di non riuscire a tornare indietro. Non manca molto al limite, ma, siamo convinti, la marea sta scendendo.
L’isola del Grand-Bé e una grande collina rocciosa, uno scoglio, dalla quale si ha una bellissima immagine di Saint-Malo, dei bastioni e delle alte case. Dalla cima della Grand-Bé si notano il forte sul Petit-Bé e il Fort National. Tutto intorno, la Manica, e le diverse isole al largo di Saint-Malo. La grande attrazione della Grand-Bé è la tomba di Chateaubriand, grande politico e letterario romantico del XIX sec. La biografia di Chateaubriand è un manifesto del romanticismo francese. Amori, disgrazie, fortune, disillusioni. Morì a Parigi, ma fu sepolto a Saint-Malo, sua città natale, di fronte al mare, per sua volontà. Nelle sue memorie, Memorie dell’Oltretomba, con lungimiranza scriveva nella prima metà del XIX sec:
Io non credo nella società europea. Fra cinquant’anni non ci sarà più un solo sovrano legittimo, dalla Russia alla Sicilia, non prevedo che dispotismi militari. E tra cent’anni… può darsi che noi stiamo vivendo non solo nella decrepitezza dell’Europa, ma in quella del mondo.
Le mura di Saint-Malo e l'alta marea
Ritorniamo nell’ intra-muros per pranzare alla Brigantine, dove mangiamo delle ottime gallette al Blè Noir (grano saraceno). Dopo pranzo, con Siggy che si addormenta nel passeggino, ritorniamo sulle mura per effettuare tutto il giro. Alla porta di Saint-Pierre, rimaniamo stupefatti. La spiaggia non esiste più, dove prima c’era la sabbia, ora c’è il mare ed una scuola di vela sta tenendo lezione. La Grand-Bé è diventata un’isola. Ci rendiamo conto che una variazione così importante della marea, cambia totalmente la città.
Seguiamo tutto il percorso delle mura, osservando il mare da un lato, e la protetta città dall’altro. I bastioni si incontrano con le case, con torrioni e piazze, scale e porte, in un intricato percorso. Si arriva così al Chateau della duchessa Anna, il castello di Saint-Malo, possente fortezza a difesa del porto. La Port Saint-Vincent è una delle porte principali della città, affollata di turisti , che immette nella Rue de Jaques Cartier, ricca di ristoranti e localini. In prossimità della Grand-Porte, riprendiamo il percorso della mura fino a giungere alla stazione del traghetto che ci riporterà a Dinard.
Il ritorno a Dinard
Anche il molo di attracco ha subito modifiche rispetto al nostro arrivo. L’acqua è molto più alta. Così come a Dinard. Il molo di arrivo è diverso rispetto a quello di partenza, il che ci obbliga a percorrere il lungomare per tornare alla macchina. Non prima però di far assaporare un’ultima volta il mare a Siggy alla Plage de Prieure
La giornata però è ventosa, e la marea alta e ondosa, per cui Siggy è meno propenso ad immergersi (io non ci penso minimamente, mi viene freddo solo a pensarci). Mentre rimaniamo sdraiati sulla sabbia, di fronte a noi, all’ingresso della baia, ci osserva Saint-Malo. La città è stata una grande sorpresa. Le mura che circondano l’abitato, l’influenza della marea e l’arrivo in traghetto contribuiscono a creare un’immagine poetica e ricca di fascino di Saint-Malo. Si percepisce il legame profondo che la città ha creato con il mare, e con le maree.
Saint-Malo è stato un ultimo, bellissimo, ricordo prima di lasciare la Bretagna.